Baldissero è situato in una valletta, all'inizio della Valchiusella e ai piedi del caratteristico gruppo di colline magnesiache dette, per il loro aspetto brullo e desolato, Monti pelati o bruciati, che culmina a metri 581 nella medievale Torre Cives. Nel suo territorio sono stati trovati numerosi reperti Romani. L'origine del toponimo non è chiara. Secondo alcuni deriverebbe da Baloardus per indicare il baluardo, un'antica fortificazione che dominava l'abitato.
Quantunque non si possa conoscere l'epoca precisa della sua origine, si hanno memorie negli antichi manoscritti della Curia Vescovile d'Ivrea da cui si deduce essere anteriore all'anno mille. Nel 1127 il Vescovado d'Ivrea considerava Baldissero suo feudo minore, nel 1190 appare sotto la giurisdizione dei Conti del Canavese, Pietro fu Giordano di Baldissero e Oberto di Castel Romano. Nel 1227 passò ai Conti San Martino di Rivarolo e di Castelnuovo, quando nel 1265 questi ultimi cedettero i beni di Baldissero ai figli di Alberto San Martino, Guglielmo divenne capostipite dei conti San Martino di Baldissero, che si estinsero nel secolo XVII.

Edifici di interesse storico ancora visibili sono :

La Chiesa Parrocchiale
dedicata all'Assunta e a San Martino, fu costruita nel 1815 in stile barocco su progetto dell'architetto Vittorio Alli, sui resti di un precedente edificio; la chiesa che è a croce greca allungata, ha tre altari. Il maggiore è dedicato ai due Santi titolari e Patroni, la Vergine e San Martino, raffigurati nella nuova icona fatta dal pittore Giovanni Stornone nel 1907. Il secondo a destra è dedicato alla beatissima Vergine del SS. Rosario. Il terzo è stato dedicato a San Giuseppe , a Sant'Antonio Abate e a Sant'Antonio da Padova.





Il Castello
forse ricostruito riadattando la fortificazione della collina, è ricordato già in documenti pubblici del 1190. Quando la popolazione si sollevò verso la fine del 1300, nei moti del cosiddetto tuchinaggio, subì gravi danni ma, a rivolta domata, venne ricostruito e ampliato. Nel 1190 ne era proprietario un certo Oberto di Castel Romano, dal 1253 passò ai Conti S. Martino che , per successione, continuarono ad esserne proprietari fino al termine del secolo XVII, in cui si estinse Lucia, figlia del Conte Giorgio Giacinto, membro del Senato di Piemonte ai tempi di Vittorio Amedeo II. A Lucia succedeva la figlia secondogenita, Contessa Maddalena, sposa del Marchese Agostino Ripa di Gaglione e Meana. Dai Ripa di Meana passò al Conte Giuseppe Adami di Bergolo che lo vendette al francese Conte Dorè, dal quale passò al signor Brossa Stefano, che nel 1858 lo vendette al Cav. Felice Oddone di Feletto. Le casate dei Ripa di Meana e degli Oddone di Feletto accentuarono il carattere residenziale dell'edificio trasformandolo in villa. Ebbe ospiti illustri: fra gli altri, nel 1825, Carlo Felice e, nel 1866, la duchessa di Genova. Nel 1888 fu acquistato e ampliato dall'ingegnere navale e ammiraglio Giacinto Pullino, costruttore, nel 1891, del primo sommergibile della Marina Italiana, il Delfino.Va ricordato, a questo proposito, che il nome di Pullino venne dato al sottomarino comandato da Nazario Sauro.



La Cappella Santa Maria di Vespiolla
è un oratorio posto a circa due chilometri dal paese. Monumentonazionale, è una delle chiese più antiche della regione: faceva parte delle prime dieci pievanie della diocesi Eporediese. Nel 1122 era già parrocchia: nel 1360 aveva ancora giurisdizione, come pieve, sulle chiese di Castellamonte e della valle del Piova. Precede la costruzione, ingentilendola, un portichetto rettangolare. Della struttura romanica della chiesa originariarimane solo l'abside nel cui catino si trovano affreschi del XIV secolo raffiguranti gli apostoli; nella volta il Cristo è inserito tra i simboli degli Evangelisti.